Kandinsky sì, ma quale? Il padrone naturale di uno spazio sontuoso, come si rivela subito dalle prime opere, oppure invece l'autore della poetica di "Punto, linea, superficie" e relative opere? Per capire sono andato a vedere di persona approfittando della bella mostra a Palazzo Reale a Milano.
Kandinsky a 30 anni decide di diventare pittore, nel 1896, e comincia a studiare. L'opera qui sopra è del 1901, quindi una delle sue prime, o del suo primissimo periodo. Come si vede "l'appropriazione dello spazio" è già immediata, la tela è già sua da subito, è il suo vero soggetto come in tutte le opere evolute della maturità di qualsiasi artista. - palmasco
è molto bello il primo periodo! mostra un mondo completamente sconosciuto. - mastrangelina
La naturalezza con cui il fenomeno si manifesta è impressionante, secondo me, mi ha fatto pensare a un senso intimo e del tutto naturale, congenito, dello spazio. - palmasco
Infatti, mastra, le opere di quel periodo, fino al 1914 circa, sono meravigliose, interessanti, anche se forse non originalissime. Poi vengono le opere per cui invece è diventato famoso, non tutte così interessanti, secondo me, ma siccome hanno stregato il mondo, ho cercato di capire perché, e soprattutto, da dove venissero. - palmasco
La mostra di Milano, che poi è la collezione del Centre Pompidou di Parigi, in larga parte, o forse tutta, omaggio della vedova di Kandinsky, permette di leggere molto bene cosa succede. - palmasco
leggi anche "Lo spirituale nell'arte" se non lo hai già letto :) - mastrangelina
Dal senso naturale dello spazio che vediamo qui sopra, applicato spesso al paesaggio, oppure a situazioni urbane, Kandinsky comincia a interessarsi delle linee, come riflessione artistica, direi. Sono le chine per cui è famoso (anche per quelle), ma nelle quali secondo me, invece, il suo stile naturale un po' si perde. Insomma, non mi toccano. Vedendole di persona, e in gran numero, mi pare di notare che Kandinsky abbia voluto applicare il suo fenomenale senso dello spazio alle linee, e vedere cosa gli riusciva di combinare. - palmasco
Alla linea vengono applicati distorsioni e volumi che vorrebbero essere significativi, e che forse lo sono, visto il successo che hanno avuto. - palmasco
A questo punto però, mi pare di potere leggere nel percorso della mostra, con chiarezza, entra in contatto col Bauhaus, vive in Germania e lavora per loro. La sua riflessione si applica allora alle forme geometriche, dato l'ambiente fortemente indirizzato all'architettura del movimento tedesco. - palmasco
Il pensiero geometrico, secondo me, è troppo razionale e intellettuale per lui: resiste al senso meraviglioso e congenito dello spazio che Kandinsky mostra chiaramente di possedere. E per quanto con quel talento lì non c'è forma che gli possa resistere, per me si avverte che l'eccessivo peso concettuale dell'operazione nella quale s'imbarca, lo impaccia. Sono le sue opere più famose, lo so bene, e alcune sono in effetti molto belle, ma l'evoluzione del possesso dello spazio, che era il punto centrale del talento di Kandinsky, secondo me un po' va perduto. - palmasco
Pià sono centrate su forme geometriche, meno suonano, per me, le opere di quel periodo, mentre tornano a fiorire, a significare qualcosa verso la quale sono attratto, ogni volta che i colori vengono usati per fare volumi, quindi composizione, quindi partizione dello spazio della tela. Per esempio la bellissima tela "Grigio". - palmasco
Tant'è vero che, stremato da quel tentativo che gli ha dato successo, ma forse non soddisfazione, nel finale della sua vita, a Parigi, abbandona la geometria e torna allo spazio che gli appartiene come dono genetico, e torna a fare opere bellissime, libere, aeree, emozionali. E sono le sue preferite, per ammissione della vedova, nel noioso documentario di 7 minuti circa che precede la mostra. - palmasco
Come dice la vedova, la tradizione delle icone russe è fortissima in Kandinsky e per lui, come lui stesso diceva sempre, dice la vedova, e ho la fortuna di averlo notato in pieno, sia nelle opere figurative, sia in una di quelle astratte, bellissima, Accento in rosa, del 1926. - palmasco