Colorless Tsukuru Tazaki and His Years of Pilgrimage, l'ultimo libro di Murakami, forse assomiglia al proprio protagonista: i suoi contenuti possono sembrare incolori e un po' distanti, quasi irreali, ma la scrittura è meravigliosa, la costruzione mi ha fatto fare le notti, ansioso di seguire i suoi colloqui uno dopo l'altro.
È possibile davvero vivere un mondo senza risentimento, e quasi senza pentimento? E se fosse possibile, cosa accade in quel caso? Dietro la mancanza a volte bizzarra, di uno qualsiasi dei colori che ci potremmo aspettare di avere se ci avessero trattato come Tsukuru, può apparire - o meno - un tessuto altro: quello attuale del libro. - palmasco
Le grandi stazioni ferroviarie che Tsukuru ama e per le quali lavora, potrebbero essere paragonate, nel libro, ai colloqui che Tsukuru decide d'intraprendere grazie a un'anima femminile, che, come noi, viene da ipotizzare, si meraviglia di alcune delle reazioni che il libro racconta. Siamo noi, quindi, può sembrare, a spingere Tsukuru nei suoi anni di pellegrinaggio. - palmasco
I temi s'intrecciano e si rincorrono, come nella musica, come nella mappa sterminata della metro di Tokio, alcune sezioni della quale, nella mia edizione, quella Kindle americana, aprono ogni capitolo del libro. Murakami disegna e anima anche le fermate lontane, quelle poco frequentate, dai contenuti esotici e più difficili da maneggiare, come sono le periferie, che però hanno una funzione indispensabile nel quadro generale. - palmasco
Non so se sarà il libro che darà nuovi lettori innamorati a Murakami, ma per i suoi lettori abituali è un libro molto bello, con quella qualità di scrittura, quell'arte della narrazione, con i suoi temi primari tutti lì in bella mostra, che difficilmente si trovano in giro. - palmasco
Io sono uno di quei suoi lettori, e anche stavolta, nonostante avrei dovuto evitare di farlo, mi sono trovato ad allungare la notte oltre ogni suo legittimo confine, pur di finire il libro. Una sensazione sempre più rara, man mano che maturo, ma sempre molto desiderabile :) - palmasco
Curiosità: l'hai letto in inglese, anziché in italiano, per qualche motivo particolare? O solo perché la versione Kindle in italiano non c'è? - Erranti 404
La prima ragione per cui lo leggo in inglese - non conosco il giapponese :) - è che Murakami conosce perfettamente l'inglese. Non al punto da avere voglia scrivere direttamente in quella lingua, ma mi pare di aver letto da qualche parte che supervisiona, o comunque è a stretta conoscenza, delle sue traduzioni in inglese. Non potendo leggere l'originale è quindi il modo migliore per leggerlo, in un certo senso. Principalmente per questo, oltre al fatto che leggo prevalentemente scrittori di lingua inglese, quindi mi sono abituato alla lingua. - palmasco
Murakami e' sopravalutatissimo... una delle solite mode "giapponesi"... come la Banana... - Mäckley [ein troll!]
Può essere, non saprei. Kafka però è un gran bel libro, di ricchezza di dettagli, di capacità di tratteggiare situazioni, di affrontare luoghi non comuni, di finezza di scrittura, che sono un po' le sue qualità, secondo me. Come per esempio si ritrovano nel libro sulla corsa. Altre sue cose mi sono piaciute meno, ma diciamo così: è comunque qualcuno dal quale ti aspetti qualcosa. - palmasco
Adoro i libri sopravvalutati Se mettessero la fascetta "Sopravvalutato!" su un libro lo comprerei al volo - Isola Virtuale
@Erranti 404: la versione Kindle c'è! http://www.amazon.it/Lincolo... - Ale Roots
Grazie. :-) - Erranti 404
ecco sopravalutati per gente che deve essere sempre "a la page".. - Mäckley [ein troll!]
Se mettono la fascetta "sopravvalutato da Mackley" io ne compro due copie. - Andrea Tassi
tassi, mettici anche un poco di tabacco, in quella pipa... - Mäckley [ein troll!]