Sei Dee già Pulp

Cooperative politeiste non dogmatiche --> https://plus.google.com/115879946708164944187/about
[professoroni di tutto il mondo pro #Tsipras...] Noi siamo con la #Grecia e l’ #Europa. Appello internazionale di economisti e accademici - http://www.gadlerner.it/2015...
[qui --> http://blogs.mediapart.fr/edition... l'originale] - Trecento economisti e accademici provenienti da tutti i continenti, da James Galbraith a Stephany Griffith-Jones, da Jacques Sapir a Dominique Meda, invitano i governi europei e le istituzioni internazionali a “rispettare la decisione del popolo greco” Chiediamo ai governi d’Europa, alla Commissione europea, alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale di rispettare la decisione del popolo greco di scegliere una nuova via e di avviare trattative in buona fede con il nuovo governo greco per risolvere il problema del debito. Il governo greco ha ragione nel sostenere che un importante cambiamento è necessario perché le politiche attuate finora sono un fiasco completo. Non hanno portato né alla ripresa economica, né alla stabilità finanziaria, non hanno creato né posti di lavoro, né investimenti diretti esteri. Hanno danneggiato la società greca e indebolito le sue istituzioni. L’approccio seguito è stato semplicemente nefasto, non ha permesso alcun progresso, mentre dovremmo difenderne la possibilità. Chiediamo ai partner europei di riconoscere questa realtà che è all’origine del l’elezione del nuovo governo greco. La Grecia ha bisogno di misure immediate umanitarie, di un salario minimo più elevato, della creazione di posti di lavoro, investimenti e misure per ripristinare e migliorare i servizi di base come la sanità e l’istruzione. Ha bisogno di avere un sistema fiscale più robusto e progressivo, che si basi meno sull’IVA e sia maggiormente in grado di tassare i redditi e la ricchezza. Il nuovo governo deve anche combattere, punire e sradicare la corruzione. Per realizzare queste politiche e dare loro il tempo di dimostrare la loro efficacia, i margini di bilancio sono necessari. Nel frattempo, il Paese ha bisogno del rifinanziamento della Banca centrale europea per stabilizzare il suo sistema bancario. Chiediamo alle autorità europee e dei governi per dare alla Grecia i margini di bilancio e garantire questo rifinanziamento. Il governo greco ha il diritto di esigere la cancellazione del suo — debito in un confronto diretto con i partner europei. Questo debito è insostenibile e non sarà mai ripagato, qualunque esso sia. Non vi è alcuna perdita economica per gli altri paesi e i loro contribuenti. Invece, un nuovo inizio per la Grecia permetterà di stimolare l’attività, incrementare il fatturato e creare posti di lavoro e, quindi, beneficerà anche i paesi vicini. Esortiamo i creditori della Grecia a cogliere questa opportunità ed esporre chiaramente e onestamente questi fatti alla gente. Ciò che è in gioco non è solo il destino della Grecia, ma il futuro di tutta l’Europa. Una politica di minacce, ultimatum, ostinazione e ricatto significa per tutti il fallimento morale, politico ed economico del progetto europeo. Esortiamo i leader europei a rifiutare e condannare ogni tentativo di intimidazione e coercizione del governo e del popolo della Grecia. Al contrario, il successo della Grecia può indicare un percorso verso la prosperità e la stabilità in Europa. Esso consentirebbe un rinnovamento della democrazia e aprirebbe il gioco elettorale ad altri cambiamenti positivi. Noi siamo con la Grecia e l’Europa, per la democrazia e il cambiamento. I leader europei devono riconoscere la scelta democratica fondamentale fatta dal popolo greco in circostanze estremamente difficili, fare una valutazione realistica della situazione e impegnarsi senza indugio sulla strada di un negoziato ragionevole. Primi firmatari: Elmar Altvater (FU, Allemagne) Philippe Askenazy (CNRS, France), Clair Brown (University of California, Berkley, Etats-Unis) Dorothee Bohle (Central European University, Hongrie) Giovanni Dosi, (Pisa Institute of Economics, Italie) Cédric Durand (Université Paris 13, France) Gerald Epstein (UMASS, Etats-Unis) Trevor Evans (Berlin School of Economics and Law, Allemagne) James Galbraith (University of Texas at Austin, Etats-Unis) Gaël Giraud (CNRS, France) Stephany Griffith-Jones (Columbia University, Etats-Unis) Laura Horn (Roskilde University, Danemark) Robert Jessop (University of Lancaster, Royaume-Uni) Steve Keen (Kingston University, Royaume-Uni) Marc Lavoie (Ottawa University, Canada) Tony Lawson (Cambridge, Royaume-Uni) Dimitris Milonakis (University of Crete, Grèce) Andreas Nölke (Goethe University Frankfurt/Main, Allemagne) Dominique Meda (Paris Dauphine, France), El Mouhoub Mouhoud (Paris Dauphine, France) André Orléan (EHESS, France), Henk Overbeek (VU University Amsterdam, Pays-Bas) Mario Pianta (University of Urbino, Italie) Alfonso Palacio Vera (Computense University of Madrid, Espagne) Anwar Shaikh (New School for Social Research, Etats-Unis) Jacques Sapir (EHESS, France) Robert Wade (LSE, Royaume-Uni) - Sei Dee già Pulp
(Comunque sì, il problema è squisitamente politico e sì, questo non lo rende più facilmente risolvibile. Ma che non vi siano impedimenti di natura tecnica si può facilmente esemplificare con l'esempio di unazienda sulla via della chiusurache ristruttura il debito e si accorda coi debitori. È prassi quotidiana. Con tutti gli accorgimenti che si devono avere ed i caveat, nel paragonare unostato ad un'azienda privata). - Ubikindred
#deliziosetendine = playlist per stendere i panni (per almeno un paio di settimane). :D
(con sentiti ringraziamenti per il groove) - Sei Dee già Pulp
[faccio notare che al momento gli frega un euro, sostituendolo con moneta senza valore; se torniamo alla lira, poi, si vede quale sarà il cambio...] Abbiamo analizzato lo spot del M5S per il ritorno alla Lira - http://www.vice.com/it...
- (...) Il miracolo si consuma nella mano del protagonista: la moneta da un euro si trasforma in una banconota spiegazzata da mille lire. Il tizio non crede ai propri occhi, tanto da sorridere davvero. E noi non possiamo che ridere con lui. Anche perché, come una specie di Gesù Cristo al contrario, Taverna gli ha fregato circa 50 centesimi di euro con il cambio. - Sei Dee già Pulp
Allora ho avuto culo, se così si può dire, ad averlo visto. Certo questi devono essere abbonati a Figure Di Merda Magazine™, non ne perdono una. - GePs
[la strategia finanziaria del governo #Tsipras. Per quelli che si chiedevano cosa volessero fare...] #Varoufakis svela al FT il piano di Atene per gestire il #debito - http://it.euronews.com/2015...
- Scambiare i vecchi titoli di Stato ellenici con nuovi bond. Ecco il piano che Atene mette sul piatto della complessa partita per poter sopravvivere a un debito che rischia di schiacciarla. La proposta consiste nel cosiddetto “doppio swap” e i nuovi bond ipotizzati sono di due tipi: uno indicizzato sul tasso nominale della crescita economica e l’altro, indicato come “obbligazione perpetua”, finalizzato a sostituire i titoli di Stato ellenici detenuti dalla Bce. La proposta è stata presentata dal Ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis in un’intervista al Financial Times (--> http://www.google.it/url...). Un’intervento che s’inscrive nel quadro dell’offensiva che il governo di Alexis Tsipras ha intrapreso per poter gestire l’ingestibile: un debito pubblico al 175% del pil che ammonta a 321 miliardi di euro. Dopo la visita a Cipro il Premier sarà a Roma e Parigi. Tappe obbligate per trovare appoggio contro l’inflessibilità tedesca. Secondo indiscrezioni di fonte governativa Merkel vorrebbe evitare ogni faccia a faccia con il neo-Premier ellenico, anche in occasione del prossimo Consiglio europeo, previsto a Bruxelles il 12 febbraio. - Sei Dee già Pulp
[qui --> http://www.ilsole24ore.com/art... più in dettaglio] - C'è un problema di semantica, di parole da usare o non usare nel comunicato finale (la parola incriminata è stata “estensione” del piano), nel muro contro muro tra Grecia e Eurogruppo. Ma anche di due linee politiche che si scontrano. Essendo l'Europa una serie di democrazie e non un impero né una Federazione, il governo greco porta avanti le sue richieste di “rottura” di discontinuità per un New Deal in funzione anti-austerità con cui ha vinto le elezioni; gli altri partner europei, chiedono invece l'estensione delle piano di crediti vigilati dalla troika, piano che scade il 28 febbraio. Ma come è andata la riunione? Secondo ricostruzioni informali, verso le 22 di ieri sera la riunione dell'Eurogruppo era finita e i ministri si erano accordati su una formula da inserire nel comunicato finale. Si parlava di accordo su un programma da estendere, emendare e concludere, tre parole per accontentare tutte le parti: i tedeschi che vogliono che il programma sia portato a compimento, i greci che vogliono modificarlo, e tutti quei Paesi che vorrebbero un'estensione del piano che tenga la Grecia ancora sotto tutela della Troika a tutela dei loro crediti. Ma il comunicato non ha mai visto la luce: il ministro greco Yanis Varoufakis, dopo una telefonata ad Atene, ha chiesto che venisse tolta la parola “estendere”, e così tutti gli altri hanno rimesso in campo le loro richieste. I greci alla fine dell'Eurogruppo hanno diffuso un comunicato da Atene con cui respingono l'estensione del programma di salvataggio. A Bruxelles Varoufakis, al termine della riunione, mantiene, nel gioco delle parti, toni più concilianti: è stata «molto costruttiva, spero in una soluzione ottimale lunedì», ha detto alla stampa. Ma la sua prova di forza di fronte ai 18 partner di Eurolandia lascia l'Eurogruppo spiazzato, stravolge l'ordine dei lavori e lo costringe ad una conferenza stampa stringata al termine dei lavori. E toccherà ai leader riprendere la discussione tra qualche ora. Che Atene ed Eurogruppo non riescano nemmeno a scrivere un comunicato congiunto e rinviino la discussione, molto “animata”, al nuovo Eurogruppo di lunedì, dà il segno di come le posizioni siano distanti e che i nuovi protagonisti siano per ora inconciliabili con le regole attuali. (...) - Sei Dee già Pulp
#Klein: «Abbiamo perso. Ma i movimenti non sono lineari, e non sono morti: si reincarnano, e imparano dai loro errori. Il primo è stato quello di fidarsi di figure messianiche, affidare a loro il cambiamento e tornarsene a casa. È successo con Obama... http://seideegiapulp.tumblr.com/post...
Ieri ho riassunto - obe
. - obe
[carino. Ben recitato. Il 7 scatta per la prova di Redmayne] La teoria del tutto (2014) - IMDb - http://www.imdb.com/title...
[molto bello. Da vedere. 8] Grand Budapest Hotel (2014) - IMDb - http://www.imdb.com/title...
#Obama si schiera con #Tsipras: «Non si può continuare a spremere Paesi in profonda depressione». - http://www.ilsole24ore.com/art...
obama sta cercando di evitare lo scivolamento greco verso la russia? - mentegatto
La violenza in Ucraina è responsabilità esclusiva dei golpisti (d'altronde tutto è iniziato con i cento morti di Majdan, serviti a propiziare e giustificare il colpo di stato). I morti civili sono tutti dell'Est "filorusso". I rifugiati sono tutti dell'Est. Le città bombardate sono tutte dell'Est. La strategia di pulizia etnica, abbastanza evidente, è ai danni esclusivi dell'Est. Nessuna città "ucraina" è stata colpita in nessun modo da atti di violenza "russi", e ciò nonostante - in assenza cioè di atti di terrorismo - è stata lanciata un'operazione antiterrorismo che ha la caratteristica di uccidere cittadini ucraini, generalmente non combattenti, usualmente quelli troppo poveri, vecchi, ignoranti per scappare. Il sistema politico russo o bielorusso non ha nulla a che fare con questi che sono fatti ucraini interni all'Ucraina. Però sono d'accordo nel non ritenere fascisti i golpisti ucraini: sono semmai neonazisti nella loro certezza di essere superiori ai subumani dell'Est, i quali non hanno diritto alla rappresentanza politica nello stato di cui sono cittadini. - tamas
[forse la migliore sintesi sulle possibilità di successo di #Tsipras e sull'abbandono definitivo della folle stagione dell' #austerità.] La forza europea di #Syriza - Bernard Guetta - Internazionale - http://www.internazionale.it/opinion...
- (...) Syriza e il suo leader Alexis Tsipras sono assolutamente in grado di governare, pienamente europei e convinti che la Grecia debba restare nell’euro, ma altrettanto decisi ad allentare la morsa del rigore imposto al paese per evitare un’interruzione dei pagamenti, ad aumentare il reddito dei più poveri e soprattutto a rinegoziare le condizioni del rimborso di un debito pubblico che ammonta al 180 per cento del prodotto interno lordo, corrispondente alla ricchezza prodotta dal paese in due anni. Realizzare questo programma non sarà facile, ma ci sono tre motivi per essere ottimisti. Il primo è che nessun paese europeo, nemmeno la Germania, vorrebbe vedere la Grecia fuori dell’eurozona. L’Europa dovrà tenere conto della volontà del popolo greco e l’Unione dovrà necessariamente cercare un compromesso con la nuova maggioranza emersa dalle urne. Il secondo motivo per cui Syriza potrebbe riuscire a mantenere le sue promesse elettorali è che ha qualcosa da offrire ai partner dell’Unione e ai creditori. Il nuovo governo greco può chiedere ossigeno per restituire la speranza ai greci impegnandosi, in cambio, a mettere ordine nel paese, abbandonare il clientelismo agevolato dai due grandi partiti tradizionali e combattere seriamente le frodi e l’evasione fiscale per costruire uno stato degno di questo nome. Nessun governo greco potrà riuscirci senza l’appoggio politico del resto d’Europa, e gli altri 27 paesi dell’Unione hanno tutto l’interesse a scambiare una redistribuzione o una cancellazione parziale del debito greco con le riforme necessarie a modernizzare e stabilizzare la Grecia rendendola un partner politico affidabile. Il terzo motivo per cui Syriza potrebbe vincere la sua scommessa è che il suo trionfo arriva in un momento di svolta per l’Europa. La Banca centrale europea ha dichiarato che acquisterà i titoli di stato. La nuova Commissione europea ha convinto l’Unione (Germania compresa) ad accettare un piano di rilancio da oltre 300 miliardi di euro. Le misure di risanamento dei conti pubblici non sono più l’alfa e l’omega della politica europa, perché è ormai evidente che, in mancanza di provvedimenti per l’investimento a lungo termine, hanno portato l’Europa sull’orlo della deflazione. Angela Merkel non ha fatto i salti di gioia ma si è comunque rassegnata ad accettare questo nuovo corso perché ha capito di essere ormai l’unica a opporsi. A sostenere questa svolta, infatti, non sono solo i greci ma anche la Francia, diversi governi europei, la maggior parte degli economisti, il fondo monetario internazionale, gli Stati Uniti e la Bce. Il popolo greco ha espresso chiaramente un pensiero che va ben oltre la Grecia. E questa è la vera forza di Syriza. - Sei Dee già Pulp
- Mark #Carney, governatore della Banca d'Inghilterra, ha lanciato un attacco "senza precedenti" - secondo il Times di Londra - all' #austerità tedesca. «L'unione monetaria europea non sarà completa fino a quando non costruirà dei meccanismi di #condivisione della sovranità fiscale». - http://www.repubblica.it/economi...
- (...) Canadese (prima di guidare nel 2013 la banca centrale inglese aveva guidato anche quella del proprio paese) e con una reputazione di "liberal" (progressista, per capirsi: si dice che prima o poi tornerà in patria e abbia ambizioni politiche), Carney ha cominciato lodando il programma di Quantitative easing (acquisto di titoli da 60 miliardi di euro al mese, soprattutto in bond sovrani) varato nei giorni scorsi dalla banca centrale europea per aiutare a risolvere i problemi dell'Eurozona. "Le azioni della Bce sono benvenute, tempestive e importanti, ma insufficienti ad evitare il rischio di un altro decennio perduto per l'Unione Europea", ha però ammonito il governatore. Quello che serve veramente è l'accettazione da parte degli Stati membri che devono mettere insieme le proprie risorse, ha aggiunto. "La risposta alla crisi è costruire quelle istituzioni che esistono in ogni unione monetaria di successo", afferma Carney. "L'unione monetaria europea non sarà completa fino a quando non costruirà dei meccanismi di condivisione della sovranità fiscale". Pur senza nominare espressamente Germania e Grecia, il suo discorso, "decisamente insolito" per il Financial Times, viene giudicato dai commentatori britannici come una "condanna" della linea dell'austerità: "Farà infuriare la Merkel", si dice a Londra. Compiacerà invece Mario Draghi e gli assertori di una maggiore integrazione europea: "Finora i Paesi dell'Eurozona sono stati piuttosto timidi nel creare le politiche necessarie a produrre una prosperità sostenibile per i loro cittadini e questo non è il momento per le mezze misure", ha proseguito il governatore. "I membri dell'unione monetaria devono cedere più sovranità. I leader europei attualmente non prevedono l'integrazione fiscale come parte di una unità monetaria, ma una simile cautela ha i suoi costi. Non è realistico aspettarsi che sia il settore privato a fare tutto quello che non fa il settore pubblico". Dalla Banca d'Inghilterra, dunque, giunge la richiesta di più unione, meno austerità e più interventi pubblici. Parole sorprendenti, forse, venendo dal Paese dell'euroscetticismo, che si appresta a votare in un referendum, nel 2017, per decidere se rimanere dentro la Ue. (...) - Sei Dee già Pulp
in questo caso che tasso paga la grecia sul nuovo debito? 17%? e quanto guadagna dal pireo? sono abbastanza sicuro che sia più conveniente investire nel debito. - mentegatto
[nei commenti c'è anche la probabile risposta] Fuorionda di Mentana in tv “Chi c.... è Mauro Morelli?” - http://www.lastampa.it/2015...
[l'ha presa bene comunque...] - Piccolo incidente in diretta per Enrico Mentana durante il primo scrutinio dell’elezione del Presidente della Repubblica. Durante la diretta speciale, dopo la lettura della Boldrini di una seconda scheda con il nome Mauro Morelli, Enrico Mentana, pensando di aver il microfono spento, ha esclamato: “Chi c***o è Mauro Morelli?”. Il direttore del tg di La7 poco dopo - sempre in diretta - ha lanciato una frecciata contro gli utenti dei social network che avevano criticato la sua frase. “Uno può vincere il nobel - ha detto Mentana - ma poi viene ricordato per una frase gergale,questo è il mondo dei social network”. - Sei Dee già Pulp
[io ve l'avevo detto quasi in tempo reale, nel thread unico, eh!] - (...) Inserendo Mauro Morelli su Google, la prima voce che esce porta al sito web di un tecnico riparatore, venditore e noleggiatore di strumenti musicali a fiato. La seconda è quella decisiva, almeno parrebbe: è il profilo Facebook del nostro candidato a sorpresa, che dal 2010 è il capogruppo di Sel alla quinta municipalità di Napoli. «Sono io? E non lo so - risponde al telefono ridendo -. Certo ho alcuni amici in Parlamento, come Massimiliano Manfredi con cui ho militato nella Sinistra giovanile dei Ds, o Gennaro Migliore». A guardare le altre voci su Google, l’indiziato numero uno resta il Morelli napoletano: «Ho guardato anche io - conferma -, c’è un fotografo, c’è un prete... Chissà magari è un omaggio che mi hanno fatto gli amici, essendo appena arrivata a casa mia figlia Marta dopo diverse settimane in incubatrice». Nove i voti presi: «E dire che non sono nemmeno eleggibile, ho 38 anni, mi mancano 12 voti e qualcosa come 600 voti». - Sei Dee già Pulp
[!] Massimo D’Alema corre all’anagrafe per farsi cambiare il cognome in Scheda Bianca - http://www.lercio.it/massimo...
Up di vincerebbe nettamente. - Sei Dee già Pulp
[:D] Si ribalta carro dei vincitori di Tsipras: feriti 85 politici italiani - http://www.lercio.it/si-riba...
ahahahaha - degra
Facciamo un pronostico Condorcet pure per le #Quirinarie? http://civs.cs.cornell.edu/cgi-bin...
fatto, ha vinto il cuore - mario leone GOLUB MUOI
Naltro, la premessa è che M5S e tattica non si conciliano bene. Tatticamente, sarebbe stato logico avere un solo nome che potesse mettere in difficoltà il PD. L'operazione Bersani insomma azzoppa l'operazione Prodi. - Sei Dee già Pulp
#Tsipras: priorità del nostro governo sarà "rinegoziazione del debito". - http://www.rainews.it/dl...
- "Siamo un governo di salvezza sociale", ha spiegato il premier greco, "nostra priorità dovrà essere quella di affrontare la crisi umana. il popolo pretende da noi di lavorare duramente per difendere la sua dignità". per questo, una delle priorità del nuovo governo sarà "la rinegoziazione dei debito greco con gli alleati per una soluzione percorribile, equa e a vantaggio di tutti". "abbiamo un piano greco - ha aggiunto tsipras - per attuare riforme senza incorrere in deficit, ma senza gli obblighi asfissianti" degli ultimi anni. - Sei Dee già Pulp
[fa male soprattutto alla vista, direi, visto che la combattente non somiglia per niente a Vanessa...] Agli scrittori Facebook fa male | Linkiesta.it - http://www.linkiesta.it/blogs...
- (...) che Lilin abbia seguito in modo "poco approfondito" la vicenda delle due cooperanti italiane rapite in Siria e recentemente liberate è un suo sacrosanto diritto. Un po' come è un suo sacrosanto diritto il pensar quel che vuole della faccenda del riscatto — che ufficialmente, è bene puntualizzarlo, non è stato pagato — ma può farlo come può farlo il mio panettiere o il mio macellaio, o io quando sono al Birrificio con gli amici. Quando invece lo fa sulla sua pagina Facebook, seguita, ripetiamo, da 90mila persone, una foto del genere dovrebbe pensarci un po' a pubblicarla, almeno il tempo che ci vuole per guardare una foto di Vanessa Marzullo e confrontarla con quella che sta per pubblicare. Una decina di secondi scarsi, tra ricerca su Google, uno sguardo di qua e uno sguardo di là. Perché quella che imbraccia qul fucilone non è Vanessa, è solo una ragazza con i capelli scuri. (...) - Sei Dee già Pulp
Fausto #Bertinotti: "Fiducia a #Tsipras anche sulle alleanze. Il dibattito italiano è ridicolo, con #Renzi in comune solo l'età" - http://www.huffingtonpost.it/2015...
- (...) I PARAGONI CON RENZI SI SPRECANO. Francamente non capisco in cosa risieda il parallelo. Una questione generazionale? La prestanza fisica? Stiamo parlando di due cose radicalmente diverse. È vero però che dal risultato greco molti governi europei sperano di ottenere rendite di posizione. SI SPIEGHI. Se Syriza riesce a rinegoziare il debito in patria apre la strada alla realizzazione del proprio programma, e in Europa la spiana a coloro che si sono mossi nel cercare di temperare le politiche di austerity, magari, da ultimo, sostenendo il tentativo di Mario Draghi. Insomma, i partiti socialisti in Europa potrebbero approfittarne. PER ORA SEMBRA CHE LA GRANCASSA LA SUONINO I POPULISTI DI DESTRA, COME LA LE PEN E SALVINI. Come i socialisti sperano di acquistare margini nei confronti delle politiche della Germania, i populisti hanno in comune con Syriza questa centralità dello scontro sociale tra alto e basso. Certo, a dividerli ci sono i temi dell'immigrazione, più in generale della discriminazione sociale. Ma Syriza non si farà cooptare. LEI SI ASPETTA UN TANGIBILE CAMBIAMENTO DEGLI EQUILIBRI CONTINENTALI? O È SOLO UNA SUGGESTIONE MEDIATICA? Questa è un'Europa oligarchica, una costruzione antidemocratica che costruisce un modello economico e sociale funzionale al capitalismo finanziario. Gli unici spunti di politiche redistributive che si sono visti negli ultimi anni arrivano dal di là dell'oceano, da Obama. Per questo la partita è molto dura. Non basta quel che riuscirà a fare Syriza in Grecia, ma si dovrà vedere quello che faranno i movimenti di tutta l'Europa, se riusciranno a riaprire il conflitto sociale nel continente. E IN ITALIA? In Italia le controriforme che stanno andando avanti chiudono il cerchio su un modello che spinge verso la governabilità. In Grecia ripartono dalla partecipazione. Ecco la differenza. - Sei Dee già Pulp
[l'analisi del voto SPIEGATA BENE... ;)] - Per il popolo greco la formazione di un governo centrato su Syriza costituisce non solo una speranza per il futuro ma anche un terreno più avanzato di lotta sociale nell’immediato. Syriza si è impegnata chiaramente a rovesciare l’orientamento della politica economica e sociale il che comporta, tra l’altro: creare 300 mila nuovi posti di lavoro, intervenire per ridare dignità a coloro che in questo momento si trovano ai limiti della sopravvivenza, restituire ai lavoratori i diritti che sono stati loro tolti, cancellare i debiti di chi si trova sotto la soglia di povertà, sospendere i pignoramenti, reintrodurre il salario minimo e la tredicesima per le pensioni fino a 700 euro, esenzione fiscale per i redditi fino a 12.000 euro e tassazione più progressiva, garantire l’assistenza medica gratuita per i disoccupati non assicurati, fermare le privatizzazioni. Sulla carta, il programma di governo di Syriza è ragionevole e fattibile. Comporta la ricontrattazione del debito, di cui una parte dovrebbe essere cancellata, nonché una moratoria nel pagamento dello stesso: non è una novità, a fronte di un debito che non può, realisticamente, essere pagato, non nella sua interezza e non in tempi stretti; i creditori hanno già dovuto accettare un cosidetto haircut sul debito greco. Nello stesso tempo si propone di rilanciare la domanda interna, il che ridurrebbe automaticamente il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno, sia per via della crescita del prodotto che per le maggiori entrate pubbliche, che si prevede aumentino anche grazie alla lotta all’evasione fiscale e al contrabbando. Per questo intende escludere gli investimenti pubblici dai vincoli del patto di stabilità; e sarebbe giusto che il quantitave easing della Banca centrale europea interessasse anche i titoli di Stato della Grecia, come dovrebbe essere ovvio in una unione monetaria. Nell’insieme, le misure del programma di Salonicco per affrontare l’emergenza sociale e rilanciare l’economia dovrebbero ammontare a circa un 6% del Pil della Grecia: non si può pensare di uscire dalla depressione con una spesa aggiuntiva inferiore. Il criterio di valutazione di un programma politico e di un risultato elettorale da un punto di vista anticapitalistico non è quello per cui si rivendica, semplicemente, il massimo concepibile. Innanzitutto, il programma deve poter rispondere alle necessità dei lavoratori e dei cittadini. Nello stesso tempo occorre chiedersi: il risultato elettorale costituisce o no un terreno più avanzato e più favorevole di lotta e di iniziativa dal basso? In prima battuta, la vittoria elettorale di Syriza comporta un sì a entrambe le domande. I lavoratori e i cittadini greci non devono fare altro che prendere sul serio le promesse elettorali di Tsipras, quelle espresse durante il meeting di Salonicco, e pretendere che siano messe in atto, tutte e completamente. Può e deve pretenderlo perché si tratta di misure minime di civiltà: e che esse debbano essere introdotte la dice lunga sull’inciviltà di chi ha portato la Grecia a questo punto. Se i lavoratori si metteranno in movimento pretendendo la concretizzazione del programma potranno ribaltare i rapporti di forza tra le classi e andare oltre lo stesso programma di Syriza. Potrebbero essere un esempio per l’Europa. Come sempre, la verifica risiede nei fatti, non nelle promesse elettorali, nel senso di appartenenza ideologica, meno che mai nell’immagine del leader. Syriza ha ottenuto un grande risultato elettorale, ma le mancano due voti alla maggioranza. A quanto pare, verranno dal partito Anel, acronimo per Greci Indipendenti. Si tratta di un partito fondato nel 2012 da Panos Kammenos, parlamentare espulso da Nuova democrazia per aver votato contro il governo di coalizione tra ND e Pasok di Papademos. In termini strettamente parlamentari la cosa non dovrebbe essere motivo di soverchia preoccupazione: Anel è un partito decisamente contrario al Memorandum sottoscritto dal precedente governo con la Bce, il Fmi e la Commissione europea; nel Parlamento europeo fa parte del gruppo Conservatori e riformisti europei, di tendenza «euroscettica»; sostiene che parte del debito estero debba essere cancellato; che l’Europa sia governata «da tedeschi neo-nazisti». Insomma, come accade in tutte le coalizioni, è possibile che tra Syriza e Anel si litighi su questo o quel punto, ma si può anche ragionevolmente presumere che Anel non abbia eccessivi problemi a votare per la maggior parte delle misure di emergenza che fanno parte del programma di Syriza e che non sia particolarmente suscettibile a pressioni provenienti dalla Commissione europea. In particolare chi propone di uscire dall’eurozona e dall’Unione europea non dovrebbe scandalizzarsi per questa coalizione: in fin dei conti, fantasticando di una situazione simile in Italia, costoro potrebbero trovarsi a contare sulla Lega nord. Ricordo inoltre che il Partito comunista greco, il Kke, dispone di 15 deputati, due più di Anel. Se volesse, potrebbe impegnarsi ad appoggiare, anche solo dall’esterno, un governo Syriza, permettendogli almeno di mettere in atto quelle misure da cui il popolo e i lavoratori greci non possono prescindere in alcun caso. Negli anni Ottanta, il Kke rinunciava a fare (moderata) opposizione ogni qualvolta il governo Pasok di Andreas Papandreou lo coinvolgeva in iniziative neocorporative col sindacato (il che, nella Grecia del tempo, era la norma) o faceva mostra di collaborare con qualche paese del blocco sovietico, questo mentre il Pasok strutturava la propria rete clientelare e di corruzione, i cui effetti sull’apparato statale si fanno sentire ancora oggi; nel 1989, mentre Papandreou era sotto accusa per gravi casi di corruzione (tra cui l’appropriazione indebita di 200 milioni di dollari da parte della Banca di Creta), fu al governo insieme a Nuova democrazia; di nuovo al governo insieme a Nuova democrazia e al Pasok nel 1990. Quando ha voluto e in circostanze infinitamente meno gravi delle attuali il Kke non ha rinunciato a governare con la destra, sia pure per breve tempo, e a condurre una benevola e oscillante opposizione nei confronti del Pasok, che al tempo si costruiva come un partito-Stato. Visti i precedenti, il netto rifiuto del Kke di collaborare con Syriza si comprende solo alla luce della congenita logica settaria, in salsa stalinista, di questo partito. Se fosse un partito responsabile davanti ai lavoratori permetterebbe a Syriza di formare il governo, ne appoggerebbe le misure sociali indispensabili, l’incalzerebbe per estenderle e si batterebbe per radicalizzarle (il che significa, per il Kke, uscire dall’eurozona). In altri termini, farebbe del suo meglio per mettere politicamente Syriza con le spalle al muro costringendola, se è questo è il caso, a dimostrare il proprio opportunismo. A mio parere, che Syriza si trovi a dover contare sui voti parlamentari di Anel pone un grave problema essenzialmente nei confronti dell’iniziativa autonoma dei lavoratori. Se questi dovessero mobilitarsi per la realizzazione rapida e integrale del programma di Salonicco, lottare per specifici obiettivi di categoria, andare oltre, in questo movimento, la linea del governo, allora potranno emergere forti contrasti nella coalizione e si chiarirà in modo inequivocabile la tempra di cui sono fatti Tsipras e il suo partito. Questa, però, è questione che potrebbe porsi in ogni caso, anche se Syriza disponesse della maggioranza assoluta o formasse il governo con il Kke. La coalizione con Anel potrebbe rendere più brevi i tempi e più acuto il problema sul piano dell’unità del governo. Questo ragionamento è tutto al condizionale, perché all’equazione manca ancora un valore: appunto quello della mobilitazione di massa e autonoma dei lavoratori e dei cittadini, vale a dire il fattore decisivo per capire in quale direzione si orienti la nuova e insolita coalizione di governo. --> http://ht.ly/2TW95M - Sei Dee già Pulp
[le prospettive che si aprono in Europa con la prima rottura del fronte delle larghe intese pro austerità] - “L’Europa è lo spazio di una battaglia comune - disse Alexis Tsipras il 2 febbraio 2014 al teatro Valle, allora occupato, dove il leader di Syriza che oggi ha vinto le elezioni con il 36,3% dei voti apriva la campagna elettorale europea - Dobbiamo rompere il muro di vetro dogmatico del neoliberismo”. Queste frasi generarono una seduta di training motivazionale nella platea italiana. Per due volte dal pubblico salì un moto di sfiducia in se stesso, nella sinistra, nell’Europa, nella vita. Quando Tsipras ribadì che per Syriza è stato fondamentale il patrimonio culturale dei comunisti italiani e della sinistra No Global, la platea rise istericamente. Tsipras provò a rassicurarla: «Nessuno è profeta in patria – disse - invece di autofustigarvi prendete le cose positive, andate avanti”. Ci furono applausi non troppo convinti. Le cose positive le ha prese Syriza, mentre in Italia la mancanza di politica continua a generare mostri. Contro il sovranismo e il nazionalismo L'aneddoto restituisce una visione politica difficilmente applicabile in Italia, ma operativa nel resto del continente. La vittoria di Syriza si spiega con la proposta di un nuovo spazio politico in Europa. Né liberale, né socialdemocratico, tale spazio non è mai esistito dalla creazione dell’Europa unita a oggi. L’affermazione di Podemos in Spagna alle elezioni di novembre potrebbe rafforzarlo. Tale spazio è antitetico rispetto a quello delle destre xenofobe e nazionalistiche che hanno cercato di intestarsi questa vittoria anti-austerity. Nel prossimo biennio l'Europa verrà squassata da un'alta volatilità politica che potrebbe rovesciare il bipolarismo connivente tra socialisti e democristiani, aprendo a due opzioni: le destre sovraniste contro l'europeismo politico delle nuove sinistre. Questo conflitto si spiega con la caduta rovinosa del pactum sceleris tra l’Europa conservatrice e quella socialdemocratica in nome del neoliberismo e dell’austerità. Resta da capire quale sblocco avrà la crisi: se a destra o a sinistra. O resterà fermo, paranoicamente, al centro. Prima di arrivare alla definizione di un simile campo, c'è da capire come si comporterà Syriza a cui sono mancati due seggi per raggiungere la maggioranza assoluta. In maniera spregiudicata, Tsipras si è alleato con la destra anti-austerity di Anel per ottenere la massima unità sul tema del debito, forse a discapito delle questioni sociali o dell'immigrazione. Tsipras punta sulla sua forza elettorale, anche se non è escluso che gli equilibri parlamentari potranno cambiare. A causa dell'esito del voto, questo nuovo spazio politico resta in gestazione, anche se la vittoria di Syriza ne ha rivelato i lineamenti decisi. Quando l'austerità è una guerra Il progetto di Syriza resta minoritario, ma dimostra un potenziale di crescita. Al momento le proposte di Tsipras restano compatibiliste e finalizzate alla ricostruzione di un legame tra capitalismo e democrazia. Più in là, non può andare, né forse vuole andare. Tuttavia, la paradossale debolezza di Syriza apre già oggi uno spiraglio impensabile in Europa. Il suo tentativo andrebbe sostenuto tatticamente per rafforzare un’alleanza politica contro l’Europa germanizzata e contro l'estremismo centrista e liberista di partiti come il Pd in Italia. Se l’”austerità è una guerra”, dice Tsipras, e il primo fronte è quello dei “paesi dell’Europa del sud”, allora questa guerra va combattuta. Non è detto che il suo esito porterà ad un nuovo patto tra il capitalismo e la democrazia in nome di un riscoperto neokeynesismo. Una soluzione economica tutta ancora da inventare, in realtà. La crisi ha spostato la produttività del capitalismo verso la finanza, lasciando macerie nella realtà. E nessuna risorsa per lo Stato sociale. Tra mille difficoltà Syriza potrebbe rappresentare il primo passo verso ipotesi più radicali di governo in Europa. Ma tutto questo è prematuro e forse non ci sarà mai una risposta. In compenso, dopo i primi cinque anni di guerra, Tsipras ha in registrato due punti contro il social-liberismo e il nazionalismo sovranista di sinistra che nel 2004 affossò il referendum sulla Costituzione europea. Non che oggi essa vada difesa, anche perché le critiche al suo impianto neoliberista erano, e sono, ragionevoli. È lo scenario ad essere cambiato. Così lo ha descritto Tsipras: con la crisi l’Europa è diventata lo spazio della lotta di classe, sociale ed economica, il campo privilegiato per cambiare gli equilibri a favore di chi lavora, di chi è precario o disoccupato. La guerra che combattiamo non è tra gli Stati o tra i popoli tornando alla svalutazione competitiva delle monete nazionali. È contro i banchieri e il capitale finanziario. Per questo dobbiamo cambiare la costituzione politica e materiale dell’Europa”. I soggetti della lotta di classe Con quali soggetti condurrà questa lotta di classe per una nuova costituzione europea? Non con i comunisti del KKE che hanno impedito la formazione di un governo di sinistra in Grecia. Per loro quello di Tsipras è un tentativo “neo-capitalista” e “pro-euro”. Sono scenari, e disastri, già visti in Europa. Il giornalista del Guardian Paul Mason segnala che la crisi ha generato in Grecia (e non solo in Grecia) nuove classi sociali. Il voto a Syriza è infatti trasversale. Ci sono i poveri e i disoccupati, il ceto medio, e poi una generazione ispirata alla “fiducia in se stessi, alla creatività, alla propensione a trattare la vita come un esperimento”. È la generazione senza futuro. Sulle sue spalle gli oligarchi hanno scaricato il peso dell'austerità che non intendono pagare. Il voto a Syriza è una rappresaglia contro la loro corruzione. L'appello ai ricercatori e alla Grecia della creatività, rivolto da Tsipras nel discorso di domenica 25 gennaio, è rivelatore. Questa è anche la base della nuova economia sociale che si è affermata in Grecia. Comprende il mutualismo dei gruppi di acquisto, delle cooperative, dell'economia della condivisione e del cowork (Impact Hub promuove impresa sociale e l'innovazione). È a questo quinto stato che si rivolgono esperienze di autorganizzazione come la rete Solidarity for All. Un modello ricavato dalla Piattaforma degli Ipotecati in Spagna che ha lanciato una campagna anti-sfratti, sgomberi e pignoramenti. Poi ci sono le esperienze di mutualismo sui medicinali, le mense popolari, le fabbriche recuperate, il commercio dei prodotti alimentari in circuiti auto-gestiti. Tutto questo non fa una classe in sè, ma è parte di un esperimento fondato su pratiche emergenti, dal basso verso l'alto. Come far durare un movimento? Per esistere Syriza dovrà coesistere con questi movimenti, tutelando la loro autonomia fino al punto di scontrarsi. Senza il movimento la sua debolezza politica travolgerà il governo di Tsipras. Pur con una base militante limitata (30 mila iscritti) Syriza vuole unire la resistenza dal basso con le lotte dei lavoratori e dei precari, i movimenti di solidarietà, il mutualismo e l'economia della condivisione creati nell’ultimo terribile quinquennio. Per resistere, queste pratiche vanno strutturate e politicizzate in organismi autonomi sostengono i loro protagonisti. Si sta parlando di pratiche istituenti, quelle descritte dal filosofo greco-francese Cornelius Castoriadis. L'autore de L’istituzione immaginaria della società sosteneva che il sociale non significa molte persone. E il politico non è l’istanza verticale che serve a decidere. La ricchezza della “società civile” non viene sintetizzata nella persona unica del sovrano. Syriza, come Podemos in Spagna, non occupano il posto al vertice e non governano lo spontaneismo delle masse. La miseria della sinistra europea sta nell’ostinata riduzione della politica alla psicologia collettiva, mentre il progetto di Syriza, e domani di Podemos, non è il risultato della connessione sentimentale tra un Capo (o un “ceto dirigente”) e le masse. Il progetto di Tsipras è invece basato sull’istituzione. Tutto parte dalle pratiche che formano regole le quali costituiscono organi collettivi che modificano comportamenti individuali. Poi c’è la creazione di circuiti e flussi che attraversano forme politiche nelle quale singoli e gruppi riversano la propria volontà di esistere e si riconoscono in base alle azioni e ai rispettivi benefici. Parliamo di istituzioni auto-governate che generano decisioni politiche. Sono ricavate da una ricostruzione microfisica di un tessuto sociale all’interno di uno spazio politico aperto sul futuro non determinato. Questo sporgersi sull’ignoto consiste nel tentativo di ripopolare dispositivi che sembravano desueti: innanzitutto il mutualismo, riemerso dopo 70 anni di Stato sociale, 40 di neoliberismo, 5 di austerità. Al governo di Syriza spetta il compito di riconoscerlo. --> http://www.alfabeta2.it/2015... - Sei Dee già Pulp
«Con la squadra pronta, il primo provvedimento che Tsipras adotterà nel primo consiglio dei ministri sarà con ogni probabilità uno dei più popolari, una promessa solenne fatta da Syriza in campagna elettorale: l'aumento del salario minimo da 450 a 751 euro lordi, che dovrebbe essere seguito dal ripristino delle regole sulla contrattazione collettiva, cancellate dal governo conservatore di Antonis Samaras su richiesta della troika». --> http://www.ansa.it/sito... (v. anche http://friendfeed.com/seideeg...) - Sei Dee già Pulp
Quindi dal punto di vista di #Tsipras, Renzi sarebbe l'omologo di Berlusconi. Interessante... https://twitter.com/seideeg...
Come dicevo a un 'amico' renziano che ha ripreso la boutade con entusiasmo, realismo politico, per Tsipras, è ascoltare tutti i leader politici che sono interessati a chiudere definitivamente la folle stagione dell'austerità. Parlare di patto del Nazareno, invece, è semplicemente una stronzata («Uno che mente e uno che dice la verità giocano in campi opposti, per così dire, allo stesso gioco. Ognuno reagisce ai fatti per come li capisce, anche se la reazione dell'uno è guidata dall'autorità della verità, mentre quella dell'altro sfida quell'autorità e si rifiuta di obbedire alle sue esigenze. Chi racconta stronzate ignora completamente tali esigenze. Non rifiuta l'autorità della verità, come fa il bugiardo, e non si oppone ad essa. Non le presta attenzione alcuna. A causa di ciò, le stronzate sono un nemico della verità più pericoloso delle menzogne»). - Sei Dee già Pulp
breaking: confermata l'alleanza con i populisti di destra - Elvis Presley
La vittoria nascosta di Draghi sul Qe per l'Eurozona - rivista italiana di geopolitica - Limes - http://temi.repubblica.it/limes...
- (...) Se scopo del Qe è schiacciare i rendimenti delle obbligazioni, ebbene questi sono già schiacciati. Se il QE non serve a schiacciare i rendimenti, perché questi lo sono già, allora il Qe serve solo a mantenere i rendimenti schiacciati, perché altrimenti questi potrebbero salire. Come dire, la Bce gioca d'anticipo per evitare che i rendimenti possano salire prima che l'economia si sia ripresa in via definitiva. La decisione presa giovedì intorno al Qe è duplice: riguarda l'ammontare dei titoli in acquisto e la ripartizione del rischio. L'ammontare di obbligazioni pubbliche e private che saranno acquistate è maggiore di quanto si pensava - circa mille miliardi di euro, contro i cinquecento previsti - e la ripartizione, o, se si preferisce, la messa in comune del rischio (sui titoli di Stato, ma non su quelli privati) è molto meno condivisa di quanto si pensava. I titoli di Stato saranno comprati dalla Bce e dalle varie Banche centrali. Gli acquisti della Banca centrale europea saranno in proporzione alle quote dei diversi paesi nel suo capitale, mentre ogni Banca centrale nazionale procede negli acquisti per proprio conto. Fino a un certo ammontare di acquisti di titoli di Stato le Banche centrali nazionali e quella centrale europea condividono il rischio; oltre questo ammontare, fissato al 20% degli acquisti addizionali, il rischio non è più condiviso. La soluzione trovata ieri a Francoforte pare “compromissoria”. Si comprano sì i titoli di Stato, ma solo fino a un certo punto in condivisione. Il bicchiere può perciò essere visto come mezzo pieno: si comprano i titoli di Stato dell'Eurozona, ecco che “hanno vinto i Latini”. Oppure come mezzo vuoto: nell'Eurozona manca una vera volontà nel condividere i rischi, ecco che “hanno vinto i Nordici”. Fosse una schedina del Totocalcio, avremmo una X. Oppure no: sembra una X ma non lo è? Chi sostiene che questa è “a ben guardare una vittoria di Draghi” fa notare due cose e la loro implicazione. L'ammontare di acquisti consentito è il doppio delle attese: ergo, se anche gli acquisti sono limitati come percentuale di condivisione del rischio, essi sono il doppio in valore assoluto. Inoltre, le Banche centrali nazionali hanno abbastanza capitale di rischio da reggere le eventuali perdite sui titoli acquistati. Segue che il rischio di insolvenza dei debiti pubblici non c'è più - Grecia esclusa, e questo problema sarà affrontato più avanti. Ossia, il rischio insolvenza per i debiti pubblici scompare per il combinato effetto degli acquisti a rischio condiviso effettuati dalla Bce e per effetto degli acquisti delle Banche centrali nazionali nell'Eurozona. (...) - Sei Dee già Pulp
[miglior arrangiamento/esecuzione - VOTATE!!!11!!!1!!] Killing in the Name 1) Banda --> http://www.youtube.com/watch... vs. 2) Orchestra http://www.youtube.com/watch...
Io dico nettamente 1. - Sei Dee già Pulp
Con la 1 hanno fatto una sorta di commistione tra banda di paese e garage band, ma io non so come spiegarlo: semplicemente spaccano, secondo me. - Sei Dee già Pulp
[la mia preferita] ▶ New Dawn Fades - YouTube - http://www.youtube.com/watch...
<3 - Haukr
▶ The Clash - Rock the Casbah - YouTube - http://www.youtube.com/watch...
[ma allora vuole il comunismo! (faccine)] Obama to Propose Capital Gains Tax Hikes to Benefit Middle Class - http://abcnews.go.com/Politic...
- Senior White House officials say President Obama will use his state of the union to float several new economic ideas, including tax hikes on capital gains and wealthy inheritances, and new fees on the largest financial firms to pay for more middle class-friendly tax credits and cuts. The price tag to the wealthiest Americans and those large financial institutions? According to senior White House officials it could be $320 billion over 10 years. The president will propose raising the capital gains rate to 28 percent, up from 15 percent, which is the maximum most taxpayers pay now. The president will also call for closing what the officials called "the single biggest loophole in our tax system today: ... the trust fund loophole," which allows portfolios and estates that increase in value to evade certain taxes when passed on to heirs. The officials said "hundreds of billions of dollars of capital gains every year go untaxed entirely." Closing that loophole will mean "every American, even the wealthiest ones, actually pay taxes on the gains," the officials said, adding that 99 percent of the impact of this action would affect only the top 1 percent of taxpayers. (...) - Sei Dee già Pulp
comunque 1100bn é proprio un bel bestione. tipo quasi il doppio del QE1 - simoneb
▶ The Smiths - What Difference Does It Make? (Official Music Video) - YouTube - http://www.youtube.com/watch...
[pensavo fosse carino. Sbagliavo: è proprio bello!] Pride (2014) - IMDb - http://www.imdb.com/title...
By the way: colonna sonora davvero notevole. --> http://www.what-song.com/Movies... - Sei Dee già Pulp
[!] Dying | PETER FROM TEXAS - http://peterfromtexas.tumblr.com/post...
(l'hanno capita più persone su FB... Il mio FB è differente. :D) - Sei Dee già Pulp
... - virus
... - LilaLaMarea
Stucchi (Lega Nord), presidente del Copasir: "Dodici milioni di riscatto è inverosimile". Una cifra mai pagata nella storia di tutti i sequestri. http://video.repubblica.it/politic...
- Non è stato pagato un riscatto da 12 milioni di euro per la liberazione di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli: non ha dubbi per l'onorevole Giacomo Stucchi (Lega Nord), presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo di controllo dei servizi segreti italiani. "Una cifra inverosimile, diffusa per destabilizzare l'opinione pubblica - dichiara Stucchi - la prassi per l'Italia è di non pagare, ma raggiungere accordi per esempio di fornitura di materiali di soccorso" - Sei Dee già Pulp
facciamo non 30 ma 50, tanto la banca centrale crea denaro dal nulla! svegliaaa!!1! - thomas morton ☢
#Gipi: «La #satira secondo me c’ha una regola sola: che è qualcosa che deve sempre andare dai #deboli verso i #potenti». - http://seideegiapulp.tumblr.com/post...
«(...) Quando la potenza, un potente (o chi lavora per lui) fa satira su qualcuno che potere non ha, non fa satira. È proprio un’altra cosa: è prepotenza, è fascismo, c’ha altri nomi. La satira va sempre e solo in una direzione. Cioè da chi non ha potere verso chi ne ha». - Sei Dee già Pulp
[uno spaccato di vita lungo dodici anni (effettivi). Da vedere.] Boyhood - MYmovies - http://www.mymovies.it/film...
«Greta e Vanessa, "lavorino gratis per ripagarci il riscatto". Siete d'accordo?». - http://www.liberoquotidiano.it/sondagg...
Ripagare il riscatto ai lettori di un giornale pro evasione è un capolavoro di coerenza mica da poco. - Sei Dee già Pulp
quello è vero, però sicuramente meglio del 90% dei giornalisti che trattano l'argomento - Ciocci